Medici di famiglia non più di libera scelta
Secondo la proposta elaborata per la nuova convezione gli studi dei medici di famiglia saranno aperti dalle 8 alle 24, ovvero h16, e 7 giorni su 7, mentre nelle ore notturne entrerebbe in campo il 118. Sono le principali novità contenute nell’atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione di medicina generale che il Comitato di settore Governo-Regioni. La notizia apparsa sulla stampa e come solito la si annuncia come un progresso omettendo importanti risvolti della questione. In realtà la nuova convenzione dei medici di famiglia è parte di un processo di destrutturazione più ampio della relazione medico paziente, già in atto da tempo. L’obiettivo ultimo della convenzione è che Il medico non sarà più quello personale, ma quello di turno. Questo consentirà in un primo momento di rafforzare il ruolo della gestione potitica della salute a danno del rapporto personale, fiduciario con del singolo con il suo medico.
Il proggetto prevende che gruppi di medici di famiglia in associazione a turno presenzino una fascia oraria di lavoro nei loro rispettivi ambulatori disseminati sul territorio. Questa soluzione sarà maggioritaria perchè le ASL non hanno disponibilità per finanziare centri nei quali riunirli. Per coprire 16 ore di assistenza per sette giorni la settimana, ogni medico avrà turni di lavoro che corrispondono solo per impegno orario agli attuali, ma in fascie ben differenti dalle attuali. Questo implicherà che nell’orario consueto il proprio medico di fiducia non sarà più disponibile per il proprio paziente ed egli troverà uno qualsiasi degli altri otto medici di famiglia che formano il minimo di gruppo per garantire le fascie orarie indicate. Per accedere al servizio il paziente dovrà inoltre recarsi in uno di otto diversi studi allocati non necessariamente nello stesso quartiere.
Una ”staffetta” che consente di avere più medici disponibili nell’arco della giornata, ma sacrificando il rapporto con il medico di fiducia personale. La destrutturazione del medico di famiglia consente alla politica di eliminare un prezioso controllo di ciò che avviene con il malato. In un rapporto sempre meno personale tra medico e paziente, si applicheranno più facilmente protocolli di trattamento decisi al ministero sotto l’influenza delle aziende. Il medico per tutelarsi nei confronti di pazienti che non conosce, applicherà ancor più rigidamente ciò che di fatto verrà lui ordinato. La perdita di rapporto personale tra medico e paziente era l’ultimo misero baluardo nei confronti di una sanità pubblica gestita come un business, purtroppo spesso neppure lecito.Tra venti anni non ci saranno più medici di famiglia, anche se la politica continurà a chiamarli tali. L’atto medico di base verrà esternalizzato. Sarà in un call center in un paese lontano, che “qualcuno” con una limitata padronanza della lingua italiana, ci consiglierà il colore delle pillola da ingurgitare per placare l’ansia nel vivere un mondo sempre meno umano.