Mense scolastiche: un problema per la salute
Le mense scolastiche sono da anni nell’attenzione delle autorità sanitarie e dei genitori che affidano loro l’alimentazione dei loro figli, per problemi anche gravi sulla qualità del servizio offerto. Secondo il rapporto sui controlli delle mense scolastiche presentato al ministero della salute nell’anno scolastico 2015-16 sono state effettuate 2.678 ispezioni e in 670 casi, ovvero il 25%, c’era qualcosa che non andava. Una mensa scolastica su quattro, tra quelle controllate dai Nas, presenta delle irregolarità. 37 mense scolastiche sono state chiuse e poste sotto sequestro. Tali dati sarebbero “non allarmanti”, secondo il ministro della salute Beatrice Lorenzin. Dal rapporto emerge invece che sono stati sequestrati oltre 4.200 i chili di alimenti perché in cattivo stato di conservazione. In tutto 101 persone sono segnalate all’autorità giudiziaria e 487 a quella amministrative, 164 le sanzioni penali e 764 amministrative. Gli alimenti con i quali si nutrono i bambini sono contaminati , avariati o ammuffiti, ma si osservano anche sporcizia, frodi nelle forniture e anche il mancato rispetto del divieto di fumo.
I controlli dei Nas sono più che triplicati in un triennio senza estrinsecare alcun effetto dissuasivo, perchè aumentano di pari passo anche le irregolarità riscontrate. Nutrire i bambini con alimenti avariati, contaminati o di discutibile qualità nutrizionale è una prassi orribile. Quando si decide di commettere reati sui bambini pregiudicando la loro salute, si arreca un danno a tutti e si offende la vita stessa. Si diffonde la sensazione di aver ovunque un nemico, dal quale difendere i propri figli. Le qualità espressa dalle mense scolastiche non è conseguenza solo del diffuso malaffare, ma rappresenta un tassello di un progetto più grande quanto terribile. Si vuole favorire a tempi medio lunghi, una fragilità nella salute dei futuri adulti di questa società, con propensione a consumare cibo industriale low cost e farmaci.
La situazione non migliorerà nelle mense scolastiche come si evince dai dati sconfortanti dei NAS. Occore riflettere su un radicale cambio di paradigma. Non si può affidare l’alimentazione e la salute a terzi, ma è necessario una elevazione di cultura e coscienza tale, da consentire la autogestione o almeno una severa capacità di controllo sugli aspetti più preziosi della vita. Affidare passivamente la salute e l’alimentazione ad uno stato è sbagliato. Sarebbe asupicabile che si diffondesse una maggiore disponibilità a gestire autonomamente e\o controllare l’offerta salute e alimentare, sopratutto tramite il supporto di informazione indipendente e il controllo del buiness sottostante. I soldi non scorrono come un fiume in piena, dove si fà onestamente il proprio lavoro. Occore rivalutare l’enorme potenziale agroalimentare italiano. Il cibo non lo si produce nelle industrie, non lo si compra nella grande distribuzione e non lo si assume nelle mense. Bisogna favorire l’assunzione di un cibo che provenga dalle campagne preferendo quello di origine vegetale. Dalle campagne italiana può provenire tanta salute oltre che nuovi posti di lavoro.